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Cloud ai Comuni, ancora risorse in arrivo
16 Agosto 2022
10 minuti di lettura
Grazie al Pnrr per le amministrazioni che scelgono di portare i servizi sulla nuvola sono previste nuove risorse a copertura delle spese tecniche e del primo canone.
Per il passaggio dei servizi in cloud della pubblica amministrazione, l’autunno promette una ventata di nuovi super contributi ai Comuni.
Grazie ai fondi del Pnrr, infatti, il Ministero per l’innovazione potrà portare avanti il Progetto Italia Digitale 2026, destinando altri 215 milioni di euro con cui sostenere le spese infrastrutturali e tecnologiche delle amministrazioni interessate a spostarsi sulla nuvola.
E non è poco, tenuto conto che il primo avviso pubblicato ad aprile scorso, di milioni ne metteva a disposizione 500. Bruciati in poche ore dalla pioggia di richieste pervenute dall’80% degli enti locali nazionali.
Nella pratica, il Comune interessato a passare al cloud deve solo fare richiesta prima dell’esaurimento delle risorse, e comunque entro il prossimo 30 settembre. Non servono progetti. Il contributo assegnato servirà a coprire sia l’acquisto dei servizi (interventi infrastrutturali e primo anno di canone) sia l’eventuale supporto specialistico necessario per la migrazione.
Cloud Pubblica Amministrazione, chi può fare domanda
Possono partecipare i Comuni che non hanno ancora avviato un percorso di migrazione al cloud, o quelli che l’hanno già avviato a partire dall’1 febbraio 2020 e vogliono potenziarlo.
A quanto ammonta il contributo
L’importo del voucher per i Comuni che migrano al cloud non è standard, ma viene stabilito in base alla dimensione dell’ente (numero di abitanti) e alle caratteristiche dei servizi attivati attraverso la nuvola. Viene garantita comunque la copertura dell’intero primo anno di canone.
Quali servizi è possibile migrare in cloud
Sono previsti 95 servizi complessivi tra i quali scegliere. Ogni servizio è aperto a due modalità di migrazione:
- Lift & Shift, cioè il trasferimento integrale di applicazioni e software
- Aggiornamento applicazioni, ossia la possibilità di impostare e aggiornare servizi già direttamente attivi e disponibili all’interno della nuvola.
Come orientarsi? Molto semplice. Accedendo al portale Padigitale2026 (lo stesso da cui si presenta la candidatura) è possibile seguire il percorso guidato che aiuta a comporre il proprio piano di migrazione. Per l’accesso sono richiesti soltanto lo Spid oppure la carta d’identità elettronica.
Comuni sulla nuova, boom di richieste
I Comuni che fino a qui hanno già manifestato il proprio interesse come detto sono tantissimi. Secondo le stime del Ministero il primo avviso si è chiuso con l’80% delle richieste che hanno esaurito davvero in pochissimo tempo i 500 milioni stanziati nella prima fase.
Come mai tanto entusiasmo? Semplice, il cloud nella pubblica amministrazione porta vantaggi tangibili fin da subito, sia per l’utente che per l’operatore. Ma, soprattutto, offre moltissimi benefici raggiungibili nel tempo.
I punti di forza sono:
- La possibilità di attivare soluzioni scalabili, in base a dimensioni ed esigenze del singolo Comune
- L’efficienza e l’agilità di un sistema che svincola l’operatore dalla propria postazione, consentendogli di operare ovunque
- La semplicità di ripristino in caso di problemi
- L’offerta di servizi più interattivi e moderni verso il cittadino
Con il cloud il Comune risparmia ed è al sicuro
Programmi sempre all’ultima versione e condivisibili tra più utenze, ma soprattutto spazio di archiviazione virtualmente infinito: sono i vantaggi operativi che lavorare in cloud permette alla Pubblica Amministrazione. E questo impatta in positivo sui bilanci, perché non richiede spese di aggiornamento software, ma anche sulla sicurezza dei dati, non più legati alla protezione sia fisica che digitale del singolo dispositivo.
Ok, sono interessato per il mio Comune: cosa faccio?
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