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Imprese vicentine sulla cresta dell’onda digital

23 Settembre 2022

5 minuti di lettura

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Lo dice l’analisi della Camera di Commercio: cresce la fame di risorse hi-tech come fibra, cloud o servizi web. E chi innova vince, assume e fa bene al territorio.

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Più investimenti, più servizi, più posti di lavoro. È il digitale che ci piace, quello che fa bene al territorio. E che ormai è sempre più una consolidata realtà per il Vicentino. A dirlo sono i dati dell’ultima indagine condotta dall’Ufficio Studi, Statistica e Ricerca Economica della Camera di Commercio di Vicenza.

Il quadro che ne emerge – relativo al 2021 – è decisamente confortante, con valori che in molti campi superano e non di poco le già positive medie nazionali.

Siamo un territorio di imprese che credono nell’innovazione e che investono moltissimo in connessioni veloci, sicurezza informatica, cloud, lavoro agile e molto altro. Tutto questo innescando dunque ricadute benefiche sull’intera filiera tecnologica, che può crescere, specializzarsi e soprattutto creare occupazione.

Tecnologia batte business

Sì, dopo i due tremendi anni della grande pandemia le imprese vicentine non hanno avuto dubbi: meglio investire in nuove soluzioni tecnologiche che spendere per riorganizzare il proprio business. Anzi, spesso la prima scelta è stata proprio la chiave per arrivare comunque anche alla seconda.

Tra i must have, poche sorprese: vincono connessioni aziendali più stabili e veloci con tecnologia FTTH, in abbinata a servizi cloud per agevolare il lavoro, area che ha raccolto gli investimenti del 45,5% delle imprese locali di tutte le dimensioni.

Le soluzioni per l’avvio o potenziamento del lavoro agile sono al secondo posto con il 38,3%, prassi che in tanti sono intenzionati a far proseguire anche oltre la pandemia. Un’impresa su quattro (25,4%) ha investito poi anche per potenziare la sicurezza della propria rete.

Gli altri campi con un importante spazio nei bilanci aziendali sono il digital marketing, i software e l’acquisto di gestionali più evoluti.

Una KIBS tira l’altra

Altro elemento interessante dell’analisi. A Vicenza e provincia sono in rapido aumento le KIBS, addirittura molto più che rispetto alla media nazionale. “KIBS” è l’acronimo dei cosiddetti Knowledge-Intensive Business Services, ossia attività – come AXERA – che forniscono ad altre imprese od organizzazioni tutta una serie di servizi specifici “ad alta intensità di conoscenza”.

Interventi impossibili da sviluppare in autonomia e fortemente legati all’innovazione, come ricerca e sviluppo, integrazioni ICT, comunicazione digitale e assistenza tecnica.

Nonostante tra il 202 e 2021 il numero complessivo di imprese a livello locale sia stazionario (anzi, in lievissimo calo), le KIBS vicentine sono schizzate al +3,9%, contro una media nazionale del 3,1%.

Un segno evidente di come questo mercato, soprattutto nel nostro territorio, sia in grande fase espansiva. In particolar modo per la forte richiesta da parte delle aziende stesse, che li considerano ormai partner imprescindibili per restare competitive.

L’innovazione crea posti di lavoro

Chiudiamo con il dato decisamente più importante, almeno dal punto di vista del valore sociale. L’analisi della Camera di Commercio conferma difatti ancora una volta quello che chi crede nella buona innovazione di territorio, come AXERA, ripete da tempo: l’evoluzione delle tecnologie all’interno dell’impresa non fa perdere il lavoro. Anzi, contribuisce a generare occupazione.

E lo fa non solo eliminando le attività a basso valore aggiunto in favore di funzioni che richiedono nuove competenze, ma più ancora favorendo la nascita di tantissime unità specializzate nell’erogazione di servizi specifici.

Qualche numero? Dal 2009 al 2021, per esempio, sono quintuplicate le attività che si occupano di e-commerce. E mentre restano grosso modo stazionari i numeri delle aziende che propongono servizi internet ed elaborazione dati, subisce un balzo incredibile anche il numero delle realtà locali che si occupano di produzione software (+47,6%).

Di pari passo, cresce quindi il numero di addetti impiegati in questi settori, con l’exploit proprio del mondo e-commerce (+400% tra 2009 e 2021) e software (+43,5% tra 2009 e 2021).

Morale della favola? Innovare crea un benessere contagioso. Per le imprese e per il tessuto economico prima di tutto, ma più ancora per le persone.

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