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Cloud, un futuro con 25 anni di storia

27 dicembre 2022

5 minuti di lettura

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Compie già un quarto di secolo l’innovazione che ha cambiato per sempre il nostro approccio alle risorse digitali. Portando le imprese incontro al domani.

immagine in evidenza dell'articolo sui 25 anni del cloud

È il 1997 e, durante una conferenza in ambito universitario dal titolo “Intermediaries in Electronic Markets”, il giovane professore d’informatica Ramnath Chellappa pronuncia per la prima volta pubblicamente in ambito scientifico due parole destinate a cambiare per sempre il nostro approccio alle risorse digitali: cloud computing.

Poco più che una teoria suggestiva, su cui lavorano in quegli stessi mesi diversi esperti di big tech, da Apple a Google. Quella di una rete capace di generare un potenziale di calcolo in modo condiviso, in uno spazio virtuale etereo e impalpabile. Proprio come una nuvola.

Un quarto di secolo dopo, quel paradigma allora agli albori non è soltanto un presente che ha fatto strada, con un giro d’affari di quasi 484 miliardi di euro a livello globale, ma è soprattutto la via d’accesso diretto alle tecnologie per le imprese di domani, con l’Italia che in questo caso sembra davvero avere i numeri per dire la sua.

Il cloud computing oggi

Sembra quindi che anche la tecnologia più futuribile che c’è non sia nata ieri. Oggi, attraverso il cloud computing, le aziende possono già contare su moltissimi servizi informatici come interi software, ma anche piattaforme di networking, database e archiviazione dati accessibili da qualsiasi dispositivo. Sistemi sempre aggiornati, sicuri e capaci di dialogare tra loro, perché non più presenti su una singola macchina. Ma caricati nella nuvola, per l’appunto.

A cambiare è il concetto stesso di “proprietà” dello strumento informatico. Oggi l’azienda può scegliere di pagare il servizio anziché acquistare direttamente l’infrastruttura, con evidenti vantaggi in termini di abbattimento dei costi e della stessa efficienza complessiva nel tempo.

Cloud computing, l’Italia se la cava bene

E il messaggio sembra essere arrivato forte e chiaro anche alle imprese italiane. Stando alle ultime rilevazioni Eurostat, sono il 60% quelle che dichiarano di aver investito in servizi e attività collegate a sistemi cloud. Un dato che ci vede quinti in Europa, davanti anche a Francia e Germania, e di fronte a una media che a livello continentale si ferma appena al 42%.

Nel nostro Paese il giro d’affari stimato è di 4,5 miliardi (+15% dal 2021), ma si presume già che lo stesso volume possa triplicare entro il 2030.

La nuvola è intorno a noi

Basta guardarsi un po’ intorno per vedere che tutti, ma proprio tutti, sono ormai almeno un po’ con la testa nella nuvola. Oggi, per esempio, il dipendente medio di un’azienda utilizza 36 servizi basati sul cloud durante la sua giornata, molti dei quali fondamentali per permettere di lavorare da remoto e quindi attivare percorsi di smart working.

Quasi banali quelli più gettonati (che utilizzi pure tu, anche se non li hai forse mai considerati come “cloud”!): la posta elettronica, l’archiviazione di contenuti e gli applicativi per la sicurezza del sistema. E ciò può far intuire il margine pazzesco di sviluppo che ha questa tecnologia se si riesce a estenderla un po’ in tutti gli ambiti dell’Information Technology aziendale.

Il cloud è anche più green

Un ultimo vantaggio – non secondario, in particolar modo in questo periodo – riguarda il rapporto tra il cloud e il consumo di risorse energetiche. Le aziende che scelgono di virtualizzarsi possono abbattere i consumi fino al 65%, riducendo dell’84% l’emissione di anidride carbonica a parità di mansione.

Ma è sicuro?

La domanda che dovremmo farci tutti, prima di condividere senza pensarci troppo le nostre informazioni e i nostri contenuti su spazi cloud: “ma è sicuro?”. Diciamo che, pur sapendo che molto sta alla responsabilità e all’attenzione del singolo utente, la cosa deve essere guardata da due punti di vista differenti e complementari.

La sicurezza dell’infrastruttura

Il cloud deve resistere a eventuali attacchi dall’esterno, e in caso ripristinare funzioni e servizi con piena garanzia di continuità.

La sicurezza delle informazioni

Tutto quello che carichiamo deve essere messo a disposizione solo di chi è autorizzato ad accedervi. Soprattutto se si tratta di informazioni sensibili.

In conclusione, il cloud rappresenta la scelta giusta per le aziende che puntano a essere pronte per gli sviluppi tecnologici di oggi e domani. Ma con un’unica precauzione: scegliete i servizi di provider certi e affidabili, con un altissimo livello di assistenza.

Come il cloud targato AXERA: ci vediamo nella nuvola?

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