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Aziende ed ESG, la nuova sostenibilità è digitale

04 marzo 2024

6 minuti di lettura

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I nuovi criteri che stanno segnando la rivoluzione in atto nel mondo produttivo sono strettamente collegati all’avvio di un efficace piano di innovazione.

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Da qualche tempo si è iniziato a familiarizzare con l’acronimo ESG, iniziali di Environmental, Social e Governance. Perché sono sempre di più le aziende che ne parlano e quelle che se ne interessano, anche se in realtà sono ancora pochi i casi d’eccellenza che hanno avviato percorsi evoluti lungo queste tre coordinate.

I criteri ESG sono il riassunto delle tre grandi direttrici che dovranno orientare gli sforzi strategici del mondo produttivo di ultima generazione. E rappresentano soprattutto la nuova unità di misura che permetterà di valutare le aziende secondo valori non economici, a sostegno della crescita sostenibile.

Un mondo di aziende responsabili nei confronti dell’ambiente, più attente al rispetto dei diritti e dei bisogni delle proprie risorse e infine rispettose dei migliori standard a livello di etica, qualità e gestione complessiva del business.

Tre aspetti che a prima vista non sembrano connessi alle sfide della transizione digitale, almeno non direttamente. Eppure, proprio l’innovazione tecnologica avrà un ruolo cruciale nel determinare l’effettivo successo del cambiamento in atto, capovolgendo le prospettive che in questo momento lo rallentano.

ESG, il piano impresa 4.0… mette la quinta

Il modello ESG va di pari passo a una nuova idea di società, quella della cosiddetta quinta rivoluzione industriale, o rivoluzione 5.0 (ne avevamo parlato qui). Un passaggio attraverso cui lo stesso concetto di azienda andrà ad essere riscritto, partendo sì dalle innovazioni tecnologiche introdotte nello step precedente – il piano impresa 4.0 – ma con l’obiettivo di rimettere al centro l’individuo e la sua unicità. Che non potranno mai essere rimpiazzati da una macchina ma solo aiutati a esprimersi al meglio.

In altre parole, le imprese che fino a oggi hanno potuto crescere grazie ai benefici del 4.0, ora si trovano di fronte alla necessità di dover “condividere” con il resto della società la crescita maturata.

E il rispetto dei parametri ESG va proprio in questa direzione, richiesta dall’Europa ma anche dal sistema finanziario, che ha cominciato a inserire proprio questi requisiti (oltre a quelli puramente di andamento economico) tra i valori utili a definire il rating aziendale.

La vera sfida? Rovesciare questo approccio vissuto ancora come imposizione “dall’alto” per incoraggiare al cambiamento con una logica bottom-up. Diventare ESG compliant deve essere un bisogno che l’azienda “sente suo” a tutti i livelli, partendo dalla produzione per arrivare al vertice.

ESG e digitalizzazione, un rapporto sempre più stretto

La trasformazione digitale della propria fabbrica diventa quindi cruciale per farsi trovare pronti, per quattro motivi.

  • innovare contribuisce direttamente alla sostenibilità ambientale e sociale: attraverso macchinari smart e suite di collaborazione alimentate da connessioni ultraveloci l’azienda riduce i controlli su carta, rende più efficienti i passaggi di processo, ottimizza le risorse per risparmio di consumi e materie prime, abbatte gli scarti e gli errori umani, e migliora l’esperienza lavorativa in generale.
  • tutte le tecnologie 4.0 azzerano il proprio impatto, perché attraverso i risultati che portano permettono di mantenere in positivo il bilancio complessivo rispetto ai costi in termine di consumi, risorse e tempo d’integrazione.
  • la digitalizzazione elimina le attività ripetitive e a basso valore aggiunto, vale a dire quelle che all’interno del processo organizzativo aziendale sono le più demotivanti o pericolose, contribuendo con un impatto immediato sul benessere delle risorse impiegate.
  • attraverso macchinari evoluti e data center sicuri l’azienda può raccogliere molti più dati e immagazzinarli per valutare nel tempo e certificare le proprie performance produttive in ottica ESG. Il miglioramento secondo le direttive della sostenibilità richiede infatti uno “storico” delle performance solido e ben alimentato, proprio per confermare in modo coerente il miglioramento raggiunto e aiutare a mantenerlo (cioè aspetti fondamentali quando si tratta di ottenere certificazioni di qualità).

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Attraverso un buon progetto d’innovazione, insomma, l’azienda ha tutto quello che le serve per ottenere i migliori risultati in ottica di ritorno economico, ma soprattutto può innescare un potentissimo “effetto palla di neve” verso il raggiungimento di risultati ESG tangibili. 

Il vero punto di arrivo della fabbrica digitale è infatti mettere il vertice aziendale nelle condizioni di raccogliere e elaborare sempre più dati. Dati che permettano di fare scelte più mirate e consapevoli, e utili anche a fare il benchmark di sé stessi nel tempo, aspetto importantissimo nel percorso verso un’efficace applicazione dell’approccio ESG.

Pianificare subito un sistema di azienda 4.0 con attenzione all’ecosostenibilità è quindi la strada migliore per misurare le proprie performance oggi, sapere come perfezionarle e verificare a distanza l’effetto del proprio impegno. Il primo passo? Progettiamolo insieme.

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