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Transizione 5.0, il risparmio energetico torna a trainare le fabbriche IoT
5 agosto 2024
6 minuti di lettura
Il taglio degli incentivi 4.0 ha drasticamente frenato gli investimenti in macchinari connessi. Ma adesso la nuova svolta in chiave green potrebbe invertire la rotta.
Inutile girarci intorno: il taglio degli incentivi 4.0 ha decisamente frenato il processo di conversione smart delle fabbriche italiane secondo i principi dell’Industrial Internet of Things (IIOT). E a dirlo sono proprio i dati dell’ultima analisi resa nota dall’Osservatorio del Politecnico di Milano.
Nel 2023, è stato il 18% delle grandi aziende ad avviare progetti di industrial IoT, ossia dove è prevista l’automazione e la massima efficienza dell’intero ecosistema produttivo connesso, in netta flessione rispetto al 31% del 2022 e al 21% del 2021.
E sono gli imprenditori stessi a confermarlo: i contributi agli investimenti hanno avuto un impatto diretto sull’avvio di nuovi progetti di Smart Factory per quasi un’impresa su due.
Il 2024 non è partito fin qui con aspettative molto differenti, dato che proprio quest’anno il credito d’imposta per beni strumentali ha previsto un nuovo scatto al ribasso delle aliquote.
In realtà, però, c’è un elemento ancora tutto da valutare e che potrebbe scombinare completamente le carte, inducendo da subito molte aziende a rivedere i propri piani di spesa proprio in favore della smart manufacturing. Ed è proprio… la bolletta.
Il Piano Transizione 5.0
Ormai lo sanno tutti. Transizione digitale e transizione energetica vanno a braccetto, e l’una è collegata all’altra a doppio filo, tanto che ormai sono note nel mercato come le twin transition (transizioni gemelle). E sono uno dei pilastri del nuovo approccio al fare impresa secondo i criteri ESG, di cui abbiamo parlato qui.
Il nuovo Piano Transizione 5.0 fa un ulteriore passo in avanti nel “celebrare” la loro unione: parliamo della nuova misura voluta dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che prevede un credito d’imposta automatico e incrementale senza valutazioni preliminari per tutti gli investimenti tecnologici che includano anche una riduzione dei consumi energetici dal 3 al 15%.
In buona sostanza, il Piano Transizione 5.0 riporta gli incentivi a livelli molto vicini a quelli super vantaggiosi previsti al lancio del Piano Industria 4.0, ma a condizione che l’azienda usi come investimenti trainanti quelli orientati alla trasformazione della produzione in chiave green.
Detta in parole ancora più semplici, se si avvia la propria azienda a un processo di digitalizzazione e conversione in chiave smart che preveda di arrivare anche a un abbattimento del fabbisogno energetico, è possibile tornare a godere di contributi al massimo livello. Recuperando, cioè, fino al 45% (nel primo Piano Transizione 4.0 si arrivava al 50%).
Quali interventi sono incentivati dal Piano Transizione 5.0?
Oltre alle installazioni di sistemi per l’indipendenza energetica (impianti fotovoltaici), sono agevolabili tutti gli investimenti in beni materiali e strumentali nuovi, controllati da sistemi computerizzati o gestiti da sensori e automazioni, ma anche software, sistemi di system integration, piattaforme e applicazioni. È possibile inoltre inserire a incentivo tutte le attività legate alla formazione funzionale all’utilizzo dei nuovi sistemi.
Quali sono le aliquote del Piano Transizione 5.0?
Il credito d’imposta che si ottiene attraverso l’integrazione in azienda di un progetto di Transizione 5.0 è pari a:
● 35% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
● 15% per gli investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
● 5% per gli investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di 50 milioni di costi ammissibili per anno per ciascuna impresa beneficiaria.
Il bonus può arrivare anche al 40% e 45% della spesa se l’investimento arriva a ridurre i consumi energetici dal 6% al 10%.
Verso la Transizione 5.0: l'IoT come driver del cambiamento
Ancora una volta, però, al di là del loro peso, è importante guardare agli incentivi da un’altra prospettiva. La Transizione 5.0 rappresenta una visione futura in cui l’innovazione tecnologica è al servizio della sostenibilità e dell’inclusione sociale. E circoscriverla solo alla possibilità di “spendere meno” è riduttivo.
Le imprese devono cogliere l’opportunità di innovare in chiave di smart manufacturing pensando più all’impatto di medio e lungo periodo.
L’IoT industriale offre un approccio integrato per affrontare le sfide ambientali ed economiche contemporaneamente. Ma soprattutto cambia completamente il nostro modo di pensare alla produzione, in termini di aumento delle performance, riduzione degli sprechi e quindi di riduzione dei costi in senso molto più generale.
Investire in queste soluzioni non solo porta a risparmi energetici tangibili, ma anche a una posizione di leadership nell’economia sostenibile del futuro.
Monitoraggio e controllo: il cuore dell'IoT per il risparmio energetico
Attraverso le migliori soluzioni di IoT industriale, i macchinari connessi sono in grado di comunicare tra loro, permettendo all’azienda di tracciare e raccogliere moltissime quantità di dati e informazioni utili per organizzare al meglio il flusso dei processi produttivi.
Questo consente di prevenire guasti ed errori, organizzando al meglio anche i turni di lavoro di impianti e personale.
Come impatta tutto questo sui consumi? Semplice: con sistemi di questo tipo, è possibile monitorare da remoto i fabbisogni energetici di dispositivi e sistemi. Attraverso sensori intelligenti e analisi avanzate, si riescono a identificare le inefficienze e prendere provvedimenti tempestivi per ottimizzare le prestazioni energetiche. Inoltre, i sistemi di controllo automatizzato consentono di regolare in modo dinamico l’energia in base ai bisogni effettivi, massimizzando l’efficienza senza compromettere le operazioni.
Reporting e analisi dei dati: la base per decisioni informate
Un ultimo vantaggio fondamentale offerto dall’IoT nelle soluzioni TLC è la capacità di generare report dettagliati anche sull’utilizzo dell’energia. Questi report forniscono alle imprese una panoramica chiara dei consumi, consentendo loro di identificare tendenze, individuare aree di miglioramento e valutare l’impatto delle iniziative di risparmio energetico nel tempo.
In definitiva, l’IoT emerge come un alleato potente nella lotta contro lo spreco energetico, offrendo alle imprese la possibilità di ridurre i costi operativi e mitigare l’impatto ambientale.
E le soluzioni TLC giocano un ruolo chiave in questo scenario, fungendo da catalizzatore per la Transizione 5.0 e guidando il cammino verso un futuro più sostenibile e intelligente.
Investire in queste tecnologie non è solo un’imperativa economica, ma anche una scelta etica per le imprese che desiderano prosperare in un mondo in rapida trasformazione… 5.0.